3100

Stampa inkjet su carta, dim. 32 x 41 cm, 2019

Come nel cubismo, un concetto fondamentale che caratterizza la storia di quest’opera è la frammentazione che essa stessa ha subito. Questo quadro è infatti rimasto per anni di provenienza sconosciuta, finché un piccolo particolare, una croce nella parte inferiore, ha permesso il ricongiungimento ad una tavola già attribuita al Mantegna.

Ho quindi riflettuto su come anche un particolare possa definire un’opera e darle finalmente un nome dopo anni di anonimato.

Ed è proprio questo il punto di partenza del mio lavoro: come nelle analisi delle opere, ho voluto dare importanza al frammento, come particolare che determina l’unicità di un’opera e la sua autenticità, diventando quindi rappresentanza della sua storia.

L’immagine del dipinto è, quindi, tagliata e ricomposta in modo metodico, dividendo il quadro in piccole sezioni e poi ricomponendolo. Non vi sono elementi esterni e, mantenendo la stessa anima, il risultato del processo conduce a quattro immagini che ricordano l’opera originaria, ma che tuttavia non sono l’opera originaria.

Ecco come la frammentazione permette di riproporre una stessa intenzione visiva in forme diverse e come ogni singolo tassello di un’opera sia essa fisica o metafisica, ne determina la sua natura. Dunque il quadro di partenza è sempre lo stesso, ma la sua fruizione è diversa.

La parte diventa quindi fondamentale al tutto. La mia opera si chiama 3100, perché tremila cento sono i tasselli che la compongono e ogni tassello ha la sua fondamentale importanza.


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